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					Il 
					Comune, composto da 9 frazioni oltre il Capoluogo (Perrillo, 
					Panelli, Sciarra, Motta, Pastene, Maccoli, Montorsi, San 
					Marco ai Monti e Bagnara), si trova alla sommità di una 
					collina sulla riva destra del fiume Sabato.  
					Da 
					lontano è visibile il grande convento dei Liquorini, fatto 
					erigere da Sant’Alfonso Maria de Liguori.  
					Le prime 
					notizie su Sant'Angelo a Cupolo si incontrano per la prima 
					volta in un documento del 1065 in cui si fa cenno di una 
					donazione a favore del monastero di San Vittorino, di 
					Benevento, di alcuni beni nelle pertinenza di "Cupoli".
					 
					Il nome del paese deriva da una chiesa dedicata 
					all'Arcangelo Michele, già esistente in età longobarda, 
					detta poi "a cupolo" perché situata nella zona più alta.
					 
					Il culto 
					verso l'Arcangelo San Michele fu alimentato proprio dai 
					Longobardi che consideravano l'Arcangelo il proprio 
					protettore.  
					La 
					località è poi menzionata in una bolla di Alessandro III, 
					del 1168, diretta al convento di San Vittorino in cui si 
					nominano le "terras de loco Cupuli".  
					
					Successivamente, nel necrologio di Santo Spirito di 
					Benevento, è indicata la parrocchia di "Sant’Angelo a 
					Cupolo". Sul paese non si ha alcuna notizia per tutto il 
					periodo normanno e svevo, anche se risulta che all'epoca dei 
					primi angioini era posseduto da tal Guglielmo di Sant'Angelo 
					che possedeva beni feudali anche nel territorio di 
					Montefusco.  
					Alla fine 
					del XIII secolo ne era signore Andrea de Molisio. Nel 1362 
					sembra sia stato venduto da Leone dell'Aquila a Cerulo 
					Gambatesa. Nel 1467 la terra di Sant'Angelo risulta essere 
					unita a quella di Santa Maria a Toro.  
					In quell'anno 
					Ferdinando d'Aragona accordava l'investitura della terra di 
					S. Maria a Toro e del casale di Sant’Angelo a Cupolo a 
					Leonardo Moccia di Napoli, figlio del defunto Troilo. 
					 
					La 
					famiglia che possedeva S. Angelo a Cupolo, infatti, 
					patteggiò per Ferdinando d'Aragona durante la "congiura dei 
					baroni" e questi, per riconoscenza, tolse il casale ai 
					vecchi feudatari e, come detto, concesse il feudo a Leonardo 
					Moccia.  
					Una 
					notizia confermata dal Borgia quando sostiene che il feudo 
					nel 1408 era posseduto da Nardo Moccia e che dalla famiglia 
					Moccia passò all'arcivescovo di Benevento. Alla morte di 
					Leonardo Moccia divenne erede della terra il primogenito 
					Mariano (o Marino) che fu riconosciuto conte di Sant'Angelo 
					il 20 gennaio 1508 da Ferdinando il Cattolico. 
					Un'annotazione di quest'anno, inoltre, indica come 
					proprietario di una piccola parte del feudo di Sant'Angelo a 
					Cupolo l'arciprete di Benevento.  
					Il Moccia 
					trasmise per vendita, col patto del riscatto, il casale di 
					Sant'Angelo a Luigi Della Vipera, nobile di Benevento. 
					Sempre il Moccia, nel 1559, vendette la facoltà del riscatto 
					a Scipione Gambacorta di Napoli che però non esercitò tale 
					diritto, per cui l'antico proprietario potè alienare una 
					seconda volta il casale a un suo parente. Bernardino Moccia, 
					con l'obbligo di riscattarlo dal Della Vipera.  
					Su questa 
					ultima vendita veniva concesso il regio assenso il 30 
					novembre 1564. nello stesso periodo si susseguono varie 
					contese fra il vicerè 
					 di Napoli e l'autorità ecclesiastica di Benevento circa 
					quelle parti del territorio possedute dall'arcivescovo e dal 
					Monastero di San Pietro di Benevento, la cui porzione di 
					territorio venne in seguito denominata "Quarto della 
					Badessa".  
					Dopo la 
					morte di Bernardino Moccia i casali di Santa Maria a Toro e 
					Sant'Angelo a Cupolo passarono al figlio Mario, che pochi 
					anni dopo alienò a Maddalena Gentile, moglie di Marcangelo 
					De Sotiis.  
					Nel 1602 
					i casali furono venduti sub asta a Mario Latino, di 
					Benevento che però non venne mai in possesso di tali terre 
					perché la città di Benevento e l'arcivescovo le occuparono e 
					le ritennero facendosi fare una forzata cessione dalla 
					famiglia Latino.  
					Nel 1630 
					la Regia Camera della Sommaria ratificò il possesso 
					dell'arcivescovo della terra di Sant'Angelo a Cupolo che 
					entrava così a far parte dei possedimenti della Chiesa.
					 
					Alla fine 
					del 1700 il Papa Pio VI istituì una cosiddetta nobiltà 
					rurale che legava il proprio uomo e il titolo a un proprio 
					possedimento situato nei limiti del ducato.  
					In questo 
					periodo, nel 1775, fu costruito da Sant'Alfonso Maria dei 
					Liguori, il Convento dei Liguorini.  
					Questo 
					Istituto influenzò notevolmente la cultura con la sua opera 
					evangelica.  
					Nel 
					settembre del 1860 Benevento passò al regno d'Italia e 
					Sant'Angelo, con tutti i suoi casali, ne seguì la sorte 
					entrando, nel 1861, a far parte della Provincia di Benevento 
					appena costituita.  |